Thursday, 6 August 2015

La gola di Tundavala: la seconda meraviglia d’Angola



Nei pressi della città di Lubango si può assistere ad uno spettacolo naturale che lascia senza parole. Questo luogo meraviglioso si può raggiungere in macchina: la bellissima strada che non è asfaltata, ma sterrata, attraversa un ampio altipiano con un paesaggio lunare di rocce.






Così si raggiunge la montagna Tundavala, che dopo aver superato i 2200 metri di altitudine, scende bruscamente in una gola dal dislivello di circa 1000 metri. Si tratta della Gola di Tundavala, una visione impressionante sopra le nuvole, dove l’aria è limpida.






Si tratta di un ottimo punto panoramico: dall’alto del promontorio si può osservare il meraviglioso panorama che si estende per decine di chilometri, grazie ad una piattaforma di cemento costruita in un punto strategico. Per farsi un’idea dell’altezza si può lanciare un sasso: per sentire il tonfo della caduta è necessario attendere circa otto secondi.


Venite a visitare le meraviglie dell'Angola a Expo 2015, e lasciatevi convincere da queste fotografie a partire alla volta di luoghi mozzafiato!


Wednesday, 5 August 2015

Lo speciale menu dello Chef Kitaba

Probabilmente avete già sentito parlare di Kitaba, Luis Felipe da Costa Miguel: lo chef più giovane di Expo, 30 anni, ambasciatore della cucina angolana nel mondo.
Il suo gelato al Baobab ha spopolato in questi primi mesi dell’Esposizione.
Il ristorante al piano terra del padiglione è sempre animato a tutte le ore.  Cucina tradizionale è la sua parola d’ordine: pollo Muamba, kibeba (polpo), riso ai frutti di mare, polipo, branzino ai ferri, insalata tropicale.
I piatti dello Chef vengono dal cuore dell’Angola. Kitaba ha viaggiato nei villaggi più remoti  alla scoperta delle tradizioni autentiche e delle spezie più usate.
Il tocco personale che insaporisce i suoi piatti è la pasta di arachidi “Kitaba”, appunto, nella lingua locale.
Luis tiene una rubrica di cucina alla TV angolana; sorridente e spigliato vi mostrerà con entusiasmo le sue creazioni in un ottimo italiano imparato a Pescara, città che lo ha ospitato per 5 mesi per uno scambio culturale tra chef.

Per lui la cucina del suo Paese è “una scoperta dei sapori dei quattro angoli del mondo” , la sua missione è farla uscire dall’Angola per entrare a far parte della cultura gastronomica del mondo. 


Lo speciale menu dello Chef Kitaba



Ecco il menu che lo Chef Kitaba ha preparato durante il cooking show del 15 luglio.
Durante la serata ha deliziato i palati dei più noti giornalisti di gastronomia e food bloggers italiani servendo piatti della tradizione culinaria angolana.
Hanno predominato il pesce e la carne, immersi negli aromi delle spezie, dell’aglio e dell’okra.
La buonissima cena si è conclusa con un dolce spettacolare, che ha lasciato gli ospiti a bocca aperta.








Intervista allo Chef Kitaba

Quale colore ti fa tornare alla mente la tua terra, l’Angola?
Il verde, perché è il mio colore preferito, il colore che mi fa pensare all'Angola e alla sua meravigliosa vegetazione.

Quale sapore ti ricorda le tue origini?
La kitaba, la salsa di arachidi, che amo mangiare da sempre.

Se pensi all’Angola, qual è la prima immagine che ti viene in mente?
La Serra de Leba, una strada naturale bellissima e unica al mondo.


Parlaci delle donne della tua famiglia…

La donna più importante per me, e per la mia formazione culinaria, è stata mia madre che mi ha insegnato a cucinare.
La prima volta che abbiamo cucinato insieme mi sono divertito, poi è diventata rigorosa ed esigente e sono iniziate le discussioni tra noi. Però quando ho cominciato ad ascoltarla capendo meglio ciò che diceva e sono diventato bravo in cucina, il nostro rapporto è migliorato molto.
Anche mia nonna mi ha insegnato molto.
Quindi posso dire che le donne della mia famiglia sono state le mie bravissime insegnanti.

Tuesday, 4 August 2015

Le cascate di Kalandula: lo spettacolo della terra angolana

Partendo dal padiglione possiamo esplorare un po’ il favoloso paesaggio angolano.
Sapete quali sono le sette meraviglie dell’Angola? Forse, mentre eravate in coda per entrare, avete attraversato deserti, foreste, cascate, montagne rocciose dai sette binocoli panoramici.



Partiamo dalle cascate di Kalandula: uno scenario spettacolare che si apre a pochissimi kilometri da Kalandula, un centro della regione del Malanje.

Official video Quedas de Kalandula


Il fiume Lucala, affluente del principale fiume angolano Kwanza, forma queste cascate da togliere il fiato. Un miradouro a pochi kilomentri da Kalandula permette di ammirare il paesaggio.


410 metri di lunghezza  e 105 di altezza, la secondo cascata più grande dell’Africa dopo le cascate di Victoria tra Zambia e Zimbawe.
Una tappa obbligata per iniziare con meraviglia il nostro viaggio in Angola.













Monday, 3 August 2015

Giornata della Donna Africana: arte, musica, conferenze per il futuro del continente

Il 31 luglio il Padiglione Angola ha celebrato la Giornata della Donna Africana, la ricorrenza che ha visto le donne protagoniste di una storica conferenza in Tanzania nel 1962 durante la quale venne creata l’Organizzazione Panafricana delle Donne, il cui obiettivo è la difesa dei diritti delle donne in Africa e il dibattito sul loro ruolo nella società. Ogni anno la giornata della donne è un occasione di confronto sulle conquiste femminili e l’uguaglianza di genere in tutti i paesi africani.
Il padiglione, che ha messo al centro del suo messaggio proprio la donna come depositaria della tradizione e forza propulsiva del futuro, ha reso omaggio a questa ricorrenza con diverse giornate di eventi: conferenze, mostre, concerti, degustazioni.
Una giornata piena di colore che porta la forza, vitalità.

"Madri e donne d'Africa, uniamoci mano nella mano intorno all' Organizzazione Panafricana delle donne, il nostro unico organo di lotta. Alziamo alta la nostra bandiera, che tutto il mondo la veda. Assicuriamo alle nostre generazioni future, una nuova, libera e prospera Africa. Competenza e dignità dovranno essere da ora il nostro motto, perché abbiamo un dovere sacro, un dovere sacro come gli uomini."

 Inno dell’Organizzazione Panafricana delle Donne










Monday, 20 July 2015

Le creature meravigliose di Cristiano Mangovo Bràs: la luce che dà vita ai rifiuti di Luanda

A vederle sembrano quasi umane; eppure sono fatte di resti di plastica, ferro, ghisa. Uomini e donne con teste di manubri di moto che indicano la via da seguire. 

Cristiano Mangovo è un visionario del riciclo , un “romantico” del riuso. 

Le sue statue, realizzate a partire da materiali di scarto delle discariche di Luanda, sono creature meravigliose che sembrano parlarci da un universo dimenticato.




Un universo di forza e fragilità, in cui i materiali si fondono a formare un unicum, un equilibrio di elementi che ha bisogno di protezione e di cooperazione. Per questo le statue sono protette da una tela sottile, una difesa per continuare a vivere.



Posizionati nei quattro punti cardinali, i personaggi di Mangovo sembrano tutti sospesi in attesa di qualcosa.

Una donna incinta che aspetta di dare alla luce una nuova vita.

Un uomo che abbraccia il mondo , pronto a ricevere nuove culture e nuove conoscenze.

Un uomo che protesta, desideroso di ricevere giustizia.

Un uomo in attesa che , per definizione, sta aspettando che succeda qualcosa di nuovo e di diverso.


                                                                           

Friday, 10 July 2015

Arlete Marques: sensualità, donna e frutti della natura

Entrando al secondo piano della nostra sala esposizioni sarete invasi da un turbine di colori.
La mostra di Arlete Marques vi accoglierà con le tonalità accese dell’ Africa, una forte carica emotiva, il calore della natura e della donna.
La serie realizzata dall’artista per Expo reinterpreta il tema generale dell’esposizione “Nutrire il pianeta”.



I suoi quadri sono vitali ed energici e portano l’attenzione sugli straordinari frutti africani, la vegetazione rigogliosa, la sensualità femminile.
Una perfetta combinazione e compenetrazione di donna e natura.






Mucua, acqua, latte, miglio, dendem si confondono col corpo femminile spesso senza volto, proprio per lasciare spazio alla potenza visiva della natura.




Sono un’autodidatta, ho iniziato a disegnare a dipingere in modo del tutto naturale. La natura e il corpo femminile mi affascinano e sono portata a ritrarli spontaneamente. Sono per me tutto quello che rappresenta la vita.”

















Arlete è un’artista a tutto tondo. Dipinge su seta, ciascun vestito è un pezzo unico, realizzato con cura seguendo i motivi tipicamente africani. Partendo dai tessuti è arrivata a produrre accessori e collane.
 

Vive a Salvador de Bahia e ha vissuto tanti anni in Portogallo, l’Angola è parte di lei e della sua vita, il cuore del suo percorso artistico; al quale torna con questi quadri realizzati appositamente per il padiglione.







 


 “Mi sento una cittadina del mondo, la mia patria è il pianeta intero.”























-          Arlete, per concludere…ci diresti un sapore, un colore e un’immagine che ti riportano al tuo Paese?


-          Un sapore è quello del Sape Sape, un frutto buonissimo e quello del Calulu, il nostro piatto tradizionale a base di pesce e verdure.
         Un colore è l’arancione quello dell’energia
         Un’immagine quella dell’ Ilha do Mossulo, un’isola bellissima.