Conosciamo da vicino Elsa Viana. La chef globe trotter della
terrazza del padiglione Angola.
Al “Cannella Gourmet”, nel fantastico
scenario della terrazza del padiglione angolano con vista su tutto il Decumano,
la Chef Elsa Viana ha cucinato i
piatti che l’hanno resa celebre nel suo paese, all’estero e soprattutto a Expo Milano 2015.
La cucina di Elsa, inevitabilmente, rispecchia il suo
percorso di vita, fatto di viaggi ed esperienze lavorative differenti: lei ama
definirla “Mestizo cuisine”, un
mosaico di odori, sapori e colori provenienti da tutto il mondo. L’apertura verso culture diverse è la chiave
di volta che le ha permesso prima di lavorare come traduttrice e poi di
diventare ambasciatrice della cucina angolana, creando i piatti “meticci”, come
a lei piace definirli.
Elsa Viana, Chef melting pot, nasce da padre portoghese e
madre angolana, ha frequentato una scuola di cucina a Parigi ed è sposata con
un tedesco. La sua cucina è una
contaminazione tra la tradizione angolana e quella europea. Guarda al
futuro rinnovando i piatti tipici, senza dimenticare le proprie radici. Le sue
portate sono “opere d'arte”, uno spettacolo per gli occhi e per la gola. La
cucina angolana è del tutto particolare, probabilmente unica nel suo genere; diversità
e semplicità sono le qualità che più la descrivono.
- Da dove
arriva la tua passione per la cucina?
- Da quando ero una bambina. All’età di 6 anni avevo già la mia mini
cucina in cui mi dilettevo a “cucinare”! Questo me lo ricordo chiaramente …
Ho ancora il libro di cucina scritto da mia madre in
cui ho trovato alcune ricette scritte da me, quando ero piccola.
- Hai sempre
desiderato fare la chef o il tuo percorso di vita ti ha portato alla
cucina?
- La
passione è sempre stata lì, la direzione anche. Il problema è che per
essere un cuoco devi scegliere tra la vita familiare e la professione: non
puoi essere una moglie e una madre e avere il tempo di stare a casa.
Quindi, per quasi 20 anni, ho avuto una carriera di successo come
traduttrice e segreteria esecutiva. Quando l’opportunità ha bussato alla
mia porta, contro ogni previsione, ho lasciato tutto alle mie spalle
(incluso mio marito) e sono andata a Parigi dove sono rimasta per imparare
dai migliori!
- Dove hai
viaggiato? Com’è stata “contaminata” la tua cucina?
- Devo
davvero ringraziare Dio per la mia vita. Ho avuto l’occasione di avere dei
genitori che mi hanno esposto a diverse culture sin da quando ero bambina.
Da adolescente, ho dovuto lasciare l’Angola a causa della guerra e,
insieme alla mia famiglia, sono venuta in Europa. Non ho mai smesso di
viaggiare da allora … prima avanti e indietro dall’Africa, siamo stai in
giro per lungo tempo, siamo stati in diversi paesi di tutti i continenti,
ho incontrato persone così diverse e provato così tanti cibi … però mi
sono perdutamente innamorata di Salvator de Bahia in Brasile e dopo con la
Nuova Zelanda. Anche l’India mi ha colpita. Per cui il mio cibo è un
mosaico: rappresenta le mie radici angolane e portoghesi, grazie alle
quali ho fatto un po’ di esperienza come globetrotter! È una fusione,
infatti, ma “Mestizo cousine” è come mi piace definire il cibo che
preparo.
- I tuoi
piatti sembrano opere d’arte. Pensi che la cucina abbia un rapporto con
l’arte? Quanto conta l’esperienza “estetica” del piatto? L’equilibrio di
sapori, colori e forme?
- Assolutamente! Gli occhi sono i primi a “mangiare! Credo che debba venire l’acquolina in bocca anche solo guardando un piatto appena prima di mangiarlo. Deve essere bilanciato: colore, aspetto, profumo e sapore…
- Quando hai
realizzato che nella tua vita saresti diventata una chef? È stata dura?
- Non ho mai
pensato che sarei diventata una “Chef”! La mia passion per il cibo e le
persone mi ha guidato fin qui! Si, sono stata discriminata, non solo per
essere una donna, ma anche per il colore della mia pelle… e la mia età. Ho
iniziato un po’ tardi, sai? Ma ciò che non ti uccide ti fortifica, giusto?
- Come
l’esperienza del “viaggio” si lega al cibo e in particolare alla cucina?
- Bhe, tutti
noi abbiamo la tendenza a replicare ciò che vediamo e sentiamo. Quando
viaggi così tanto, il tuo cervello processa e tiene in mente tutte le cose
nuove. Prima o poi, si rifletterà tutto su ciò che fai e che dici, non
credi?
- Qual è il
tuo sogno per il futuro?
- Condividere
le mie ricette e avere una mia linea di prodotti
- Pensi che
il mondo dell’alta cucina sia in mano agli uomini? Esiste molta disparità?
Perché una tradizione così legata al “femminile” è spesso gestita dagli
uomini?
- Certo che
lo è! Il fatto è innegabile.
Perchè? Per le ragioni che ho detto prima- la cucina richiede un impegno
totale. Hai mai notato che la maggior parte degli chef hanno avuto più di
un matrimonio? Facci caso...
- La cosa
più divertente è che gli uomini credono che la cucina professionale sia
loro territorio- una donna per essere rispettata come Chef deve lavorare
il doppio e più duramente per provare che lei “merita” di stare li.
Ironico, non trovi? Le donne sono le prime insegnanti degli uomini e poi..
“ per favore fatti da parte, ti mostro come devono esser fatte le cose!!!”
Molte chef donne sono sconosciute
nonostante il loro talento. Comunque, ci sono molte donne che detengono diverse
Stelle Michelin- non tante comunque.
- Come credi
che il tuo ristorante sia legato al padiglione? Che messaggio vuoi mandare
attraverso il tuo lavoro ai visitatori di Expo?
- The
“Cannella Gourmet” è parte del Padiglione dell’Angola. È un’estensione di
ciò che mostriamo ai visitatori. Il cibo è anche cultura. Cosa succede
quando grandi meeting e visite di stato hanno luogo? Tutto finiscono
intorno ad un tavolo, no? Il cibo unisce alle persone! Questo è anche un
modo, per me, di dire alle persone che sono le benvenute in Angola!
Perfavore, continuate a visitare la grande “Mamma Africa!”
- Ti
piacerebbe aprire un ristorante angolano in Italia?
- Bhe mi è
stato già offerto… ma non ho ancora deciso!
- Dove
immagini il tuo futuro?
- Difficile
da dire, ma certamente vicino alla mia famiglia e ai miei amici!… e loro sono sparsi in tutto il mondo!
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