Thursday 15 October 2015

Januario Jano porta la street art al padiglione Angola con la sua Pop Orgy

Januario Jano ha inaugurato la sua esposizione "Pop Orgy" nella nostra Gallerie d’arte contemporanea.
Conosciuto anche come Jano Mcbeeboo, ha elaborato uno stile di espressione artistica personale “The Kwick pop”. Le sue opere prendono le mosse dalla street art, attingendo dall’immenso inventario della pop art e dell’arte urbana. Un vortice che ci porta all’interno del quotidiano bombardamento mediatico e di immagini declinato attraverso quattro macro temi della Pop Orgy: party, sesso, razza, guerra.






Le installazioni sono una critica e uno spunto di riflessione sulla nostra interazione con l’ambienturbano: dalla predominanza della tecnologia a discapito di ogni altro aspetto dell’esistenza alla portata distruttiva dell’uomo verso l’ambiente. Una visione di speranza accompagna però lo sguardo di Jano.

 “Essendo arrivata al grado zero, la società è costretta a guardarsi indietro e a porre nuove basi.”





Tu lavori con le immagini e la cultura pop, come possono “nutrire” l’arte? Qual è la relazione tra la cultura africana e la cultura pop occidentale? Come ne è influenzata e qual è il suo apporto?

Sì, io lavoro con la cultura pop ma in un contesto molto personale, cerco di non fare caso al rumore eccessivo riguardo la cultura pop ma di adattarla alle mie esperienze personali che hanno a che fare con la memoria e l’identità.
L’arte può essere nutrita da qualsiasi influenza e esperienza, in questo caso la cultura pop ha un impatto diretto sulla mia pratica, prendo risorse e elementi per fonderle in quello che faccio.
In merito alla relazione tra l’Africa e la cultura pop, è una situazione a due facce, l’Africa ha una ricchezza e una vastità di elementi culturali che non sono ancora stati ampiamente esplorati in relazione alla cultura occidentale, ma questo mostra che ciascuna parte può trarre benefici dall’altra, che in un’ottica positiva è salutare …

Lavori anche con lo spazio urbano; come pensi che l’interazione tra spazio e concetti sia stata affrontata da questa Expo?
Lavoro con lo spazio urbano e in particolare interagisco con supporti urbani, in altre parole facendo street art, mi interessa l’intera scena artistica. È la prima volta che sono a Milano e, prima di Expo stessa, provo a esplorare la città e la sua scena urbana. Ci sono un po’ di differenze con le altre città in cui sono stato, ho notato che la sua peculiarità è collegata alla storia italiana.  Per quanto riguarda Expo, sono colpito dall’impressione generale e dell’impatto dell’evento stesso, è stato ben pensato e pianificato, ha un aspetto organico che non satura lo spazio circostante grazie all’uso ridotto di cemento e vetro. Ben fatto.

Come la tua esibizione “Pop orgy” è legata a “Seeds of Memory”?

Il mio progetto è stato sviluppato per adattarsi a un contesto ampio, ha una relazione diretta con Seeds of Memory per il suo DNA , Pop Orgy assume le influenze culturali e l’attuale stato della nostra società contemporanea, l’uso eccessivo delle tecnologie così come influenzano il nostro stile di vita. Parlo di appropriazione, ricerca di identità e esperienze personali  e questo ha un collegamento diretto con la memoria, tutti questi elementi insieme possono essere tradotti come “Seeds of Memory”.

Hai lavorato al design del merchandising del padiglione, cosa ne pensi dello sviluppo del tema?
Sì, ho lavorato al design, lo sviluppo e la produzione del merchandising del padiglione, un compito molto impegnativo, ma con la collaborazione di altre persone tutto è stato possibile. Il tema di Expo è molto vasto, questo ti dà molto spazio per giocare sul concetto di responsabilità. Alla fine dopo ore e mesi di progettazione  penso ci sia stato un buon risultato.














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